Immaginate di essere al Luna Park e di salire sulle montagne russe per sfrecciare a grande velocità tra curve, salite, discese e giri della morte. Come vi sentite? Adesso provate a immaginare di lanciarvi nel vuoto dall’alto di un ponte con un elastico fissato alle vostre caviglie. Come state quando rimettete i piedi a terra?
A tutti può capitare di sperimentare sbalzi d’umore dovuti a situazioni di stress o perché ci si sente sotto pressione, ad esempio, per difficoltà sul lavoro o per eventi straordinari della vita come la nascita di un figlio o la perdita di un proprio caro.
Ma per qualcuno l’umore rappresenta un grosso problema, che richiede l’attenzione dello specialista, e può essere essenziale un percorso di cura.
Il Disturbo Bipolare e il Disturbo Borderline di Personalità sono due disturbi molto invalidanti e caratterizzati in parte da importanti cambiamenti del tono dell’umore. Per questa loro parziale somiglianza, può accadere che le persone (e ahimè qualche clinico) li confondano. In realtà sono due disturbi disinti…
Alle volte in studio arrivano donne o uomini che affermano di avere un disturbo bipolare, magari stanno già assumendo psicofarmaci come lo stabilizzatore dell’umore e vogliono cominciare un percorso di psicoterapia per migliorare la propria condizione di vita, perché lamentano momenti di disperazione alternati a momenti di euforia, che li mettono in difficoltà, con se stessi, con il lavoro o nel rapporto con gli altri.
Nel corso dei primi colloqui si scopre una lunga storia di sofferenze, fin dalla prima adolescenza, certamente con alterazioni del tono dell’umore, che possono andare da stati di eccitamento alla depressione, talvolta accompagnati da uso di sostanze o da comportamenti a rischio. Ma in realtà non sempre è un disturbo bipolare…
Le persone con Disturbo Borderline di Personalità (DBP) vivono un’emotività estrema, che può cambiare rapidamente dal polo negativo a quello positivo, dal sentirsi depressi passano a stati di esaltazione nel giro di poco tempo, con la prevalenza dell’affettività negativa e dell’aggressività. Queste variazioni repentine dell’umore sono spesso provocate da eventi scatenanti, cioè sono reazioni esagerate se confrontate con quelle che un’altra persona potrebbe esperire nella medesima situazione.
Le persone con DBP reagiscono con una maggior intensità anche di fronte a episodi di minor rilevanza, spesso con scoppi emotivi improvvisi, lasciando interdetti gli interlocutori. Ad esempio, se la/il amic* di cui è infatuat*, per un imprevisto, rinvia l’appuntamento all’ultimo minuto, la persona con DBP prova una grande frustrazione e rabbia che potrebbe spingerla a tagliuzzarsi gli avambracci (self cutting) oppure a bere alcol fino a stordirsi o ad assumere psicofarmaci in eccesso.
Sono le relazioni caotiche, una grande sensibilità al rifiuto relazionale da parte degli altri e una generale difficoltà a gestire le emozioni. Naturalmente ciò causa non pochi problemi nel rapporto con gli altri. Chi soffre di DBP tende a instaurare relazioni sospese tra il disperato bisogno di entrare in connessione con gli altri e l’allontanamento degli altri quando si sente rifiutato. La sensibilità al rifiuto è così alta che anche situazioni emotivamente neutrali o persino positive possono essere percepite negativamente e come rifiutanti nei propri confronti.
La persona con DBP vive infatti un paradosso doloroso: più ha bisogno degli altri e più aumenta la sua paura di essere rifiutata. E un’intensa emotività accompagna questo dilemma, con inevitabili ripercussioni sul comportamento. Alla base del DBP ci sono infatti un temperamento caratterizzato da una forte reattività affettiva e un senso incoerente di sé e degli altri (diffusione dell’identità).
Come per il Disturbo Borderline di Personalità, la persona affetta da disturbo bipolare soffre di gravi oscillazioni del tono dell’umore, che vanno dalla depressione alla mania. Qui l’alterazione dell’umore è l’elemento centrale del disturbo e riguarda i pensieri, le emozioni e il comportamento.
Ad esempio, quando è nello stato depressivo, chi ha il Disturbo Bipolare si sente profondamente giù, senza più voglia di vivere e senza speranza: può restare a letto per intere giornate e non riuscire ad andare a lavorare.
Al contrario nello stato di mania acuta la stessa persona può sentirsi addosso un’enorme energia che la porta a svolgere una moltitudine di attività, a provare un grande benessere soggettivo, al punto da non avere più nemmeno bisogno di dormire, può sperperare soldi per cose futili e costose, abusare di sostanze o praticare una sessualità promiscua.
Se la mania non è grave (ipomania) allora si parla di disturbo bipolare tipo 2. Ma, a differenza del DBP, tra lo stato depressivo e quello della mania, sono possibili periodi di relativa stabilità, durante i quali la persona con Disturbo Bipolare vive bene ed è in grado di mantenere relazioni soddisfacenti. Le cause del Disturbo Bipolare risiedono soprattutto in componenti genetiche, biologiche e nella storia familiare.
Gli aspetti genetici e biologici sono marcati nel disturbo bipolare, che risponde meglio alla terapia psicofarmacologica. Invece il DBP è più legato a un livello psichico, alle rappresentazioni mentali di sé e degli altri, cioè a come gli altri sono percepiti in relazione a se stessi.
I cambiamenti dell’umore nel Disturbo Bipolare sembrano essere più casuali e meno riferiti agli eventi scatenanti del DBP. Si potrebbe dire che se nel Disturbo Bipolare l’instabilità è limitata agli episodi maniacali o depressivi, per la persona con DBP l’instabilità è costante e pervasiva.
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Ambedue i disturbi incidono sulla qualità di vita di chi ne soffre. Tutti e due esigono trattamenti appropriati e specifici. I Disturbi Bipolari beneficiano maggiormente del supporto psicofarmacologico. In questi casi, la psicoterapia è utile per gestire le complicazioni esistenziali derivanti dagli episodi maniacali o depressivi. Ad esempio, imparare a riconoscere i segnali precursori della mania può aiutare la persona a ridurre conseguenze che possono rivelarsi dannose per sé e per gli altri.
Per la cura del DBP, la psicoterapia è la scelta migliore, mentre gli psicofarmaci solitamente vengono impiegati per ridurre i sintomi che emergono, come l’ansia e la disforia.
È altrettanto importante che la psicoterapia sia specifica per il trattamento del Disturbo Borderline di Personalità.
Tra le principali psicoterapie evidence-based per il DBP (cioè psicoterapie basate sulle prove di efficacia), la Psicoterapia Focalizzata sul Transfert (TFP) dimostra di riuscire a modificare il disturbo della personalità, con un miglioramento delle funzioni psicologiche, a partire da quello che viene osservato nella relazione terapeutica. Ha come obiettivo la risoluzione del sottostante disturbo della diffusione dell’identità.
Le altre psicoterapie evidence-based sono la Terapia Dialettico Comportamentale (DBT) e il trattamento basato sulla mentalizzazione (MBT). La DBT aiuta il paziente a sviluppare le competenze necessarie (skills) per tollerare meglio la disregolazione emotiva e i pensieri distorti. La MBT favorisce nel paziente il riconoscimento degli stati mentali che si attivano nel rapporto con gli altri.